IDEE PER IL FUTURO

Sai che cosa mi piacerebbe vedere realizzato nell'area dismessa? Un luogo di sperimentazione sociale ed urbanistica. Può costituire supporto un centro sportivo, come luogo di aggregazione per il tempo libero completato da spazi bar, biblioteche, lettura, musica, internet point.
Residenze per famiglie, studenti ed anziani in modo da poter realizzare scambi di compagnia, assistenza ed aiuto reciproco, un luogo di sperimentazione di nuove forme di aggregazione e relazioni, come si stanno realizzando in altre città universitarie. Residenze per anziani a piano terra dei vari edifici facili da individuare e raggiungere da un servizio di assistenza, spazi per attività artigianali, musicali, artistiche ed espositive che  possano servire anche da orientamento per i giovani.

TETTI DI PAVIA

Cosa vorrei salvare : il profilo dei tetti allineati su diversi livelli
Il fiume traccia un percorso tortuoso che porta a una distesa di tetti e comignoli allineati su diversi livelli , tra campanili svettanti e gli archi di un ponte vecchio, distrutto e ricostruito dopo una guerra. La città è un intreccio di vicoli stretti e solitari, palazzi con vecchie facciate di mattoni in cotto rosso, finestre murate o affrescate da secoli. I portoni , diversi l’uno dall’altro, sono sempre chiusi e lasciano immaginare che, oltre, in quei cortili domestici, raccolti e nascosti allo sguardo, qualcuno non voglia essere disturbato . Le torri antiche rimaste in piedi sono poche ma restano a difendere la città e a mostrare la grandezza di chi le ha fatte costruire.
Torri nuove sono cresciute: c’è un grattacielo a guardia del fiume, c’è la torre Aids ed ora il nuovo Policlinico, a difendere la salute e a dar lustro alla città in campo medico.
L’Antica Città dei saperi vive con la sua storica e prestigiosa Università che tiene testa ai concorrenti grandi e piccoli; un nuovo Polo Universitario fuori le mura è pronto ad accogliere studenti di ogni provenienza nei suoi edifici multicolori.
Il profilo della città oggi include forme moderne e funzionali , al servizio dei centri vitali della città che sentono forte il bisogno di rinnovamento continuo, cioè i suoi ospedali e la sua università. Resta tuttavia sempre un po’ faticoso individuare i luoghi della vita sociale e culturale, gli spazi per stare insieme.
Quando torno a Pavia, la sera, mi rassicura vedere a distanza la sagoma del cupolone del duomo e lo scattante campanile del Carmine. E’ questo lo scorcio di Pavia che meglio si impone , mi parla chiaro e mi orienta da anni , così non mi perdo più.
COSA MI PIACE
La fontanella di piazza Petrarca
La gente che esce da teatro e la strada che si anima
Passare in Strada Nuova durante le sessioni di laurea, vedere i ragazzi con la corona d’alloro in testa, sentire i cori festosi dei loro amici e partecipare alla loro gioia.
I musei civici che si aprono ai cittadini gratuitamente tutte le volte che possono
I fio dla nebbia, le loro canzoni, poesie e dialetto pavese.

Memoria storica anni 65-70:
Per chi viveva in paese, Pavia era:
  • la città dove frequentare il liceo solo se intenzionati ad iscriversi all’ università; in alternativa Milano offriva tante opportunità di lavoro e di orientamento
  • la città dove curarsi, perché a Milano era più complicato muoversi nel traffico
  • la città del mercato coperto e di Piazza Petrarca dove trovare ciò che serve
  • il miccone di Tenti, soffice, leggero, unico
  • la pasta rotta del Demetrio, buona e conveniente
  • la macelleria equina e i cacciatorini saporiti di cavallo