TETTI DI PAVIA

Cosa vorrei salvare : il profilo dei tetti allineati su diversi livelli
Il fiume traccia un percorso tortuoso che porta a una distesa di tetti e comignoli allineati su diversi livelli , tra campanili svettanti e gli archi di un ponte vecchio, distrutto e ricostruito dopo una guerra. La città è un intreccio di vicoli stretti e solitari, palazzi con vecchie facciate di mattoni in cotto rosso, finestre murate o affrescate da secoli. I portoni , diversi l’uno dall’altro, sono sempre chiusi e lasciano immaginare che, oltre, in quei cortili domestici, raccolti e nascosti allo sguardo, qualcuno non voglia essere disturbato . Le torri antiche rimaste in piedi sono poche ma restano a difendere la città e a mostrare la grandezza di chi le ha fatte costruire.
Torri nuove sono cresciute: c’è un grattacielo a guardia del fiume, c’è la torre Aids ed ora il nuovo Policlinico, a difendere la salute e a dar lustro alla città in campo medico.
L’Antica Città dei saperi vive con la sua storica e prestigiosa Università che tiene testa ai concorrenti grandi e piccoli; un nuovo Polo Universitario fuori le mura è pronto ad accogliere studenti di ogni provenienza nei suoi edifici multicolori.
Il profilo della città oggi include forme moderne e funzionali , al servizio dei centri vitali della città che sentono forte il bisogno di rinnovamento continuo, cioè i suoi ospedali e la sua università. Resta tuttavia sempre un po’ faticoso individuare i luoghi della vita sociale e culturale, gli spazi per stare insieme.
Quando torno a Pavia, la sera, mi rassicura vedere a distanza la sagoma del cupolone del duomo e lo scattante campanile del Carmine. E’ questo lo scorcio di Pavia che meglio si impone , mi parla chiaro e mi orienta da anni , così non mi perdo più.
COSA MI PIACE
La fontanella di piazza Petrarca
La gente che esce da teatro e la strada che si anima
Passare in Strada Nuova durante le sessioni di laurea, vedere i ragazzi con la corona d’alloro in testa, sentire i cori festosi dei loro amici e partecipare alla loro gioia.
I musei civici che si aprono ai cittadini gratuitamente tutte le volte che possono
I fio dla nebbia, le loro canzoni, poesie e dialetto pavese.

Memoria storica anni 65-70:
Per chi viveva in paese, Pavia era:
  • la città dove frequentare il liceo solo se intenzionati ad iscriversi all’ università; in alternativa Milano offriva tante opportunità di lavoro e di orientamento
  • la città dove curarsi, perché a Milano era più complicato muoversi nel traffico
  • la città del mercato coperto e di Piazza Petrarca dove trovare ciò che serve
  • il miccone di Tenti, soffice, leggero, unico
  • la pasta rotta del Demetrio, buona e conveniente
  • la macelleria equina e i cacciatorini saporiti di cavallo